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Casa nel mondo
Casa di bambole
di Anna Scarpa   

Non ho mai lasciato i miei sogni nel cassetto, da piccola li tenevo nella mia casa delle bambole. Molte bambine, di diverse età, cultura e  provenienza, avranno pensato la stessa cosa.

Con manine attente avranno organizzato la loro stanza, ordinato i mobili e deciso dove posizionare le piccole riproduzioni. Ma quanti conoscono la storia delle Baby House o Dolls House? Pochi.

Partiamo dalle fondamenta...scusate il gioco di parole.

Le miniature attente e certosine delle case reali fecero la loro comparsa a Norimberga, nel XVI secolo, dove si sviluppò un settore dell’artigianato molto raffinato.

Addirittura agli esordi erano riprodotte in scala le abitazioni dei committenti o dei destinatari, spesso borghesi o nobili.

Queste “casette” non erano giocatoli, ma doni fatti alle padrone di casa per evidenziare l’eleganza, la raffinatezza della maison ed anche della madama proprietaria.

In Germania ed in Olanda il tipo di casa costruito era chiamato “a stipetto”, cioè si effettuava una riproduzione delle stanze, ma non della facciata della casa.

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Tali riproduzioni erano riposte in un mobile appositamente costruito. Gli esempi più pregiati e conosciuti sono le “tre Petronelle”, tre case costruite in Olanda per altrettante signore (con lo stesso nome), mogli di mercanti. Queste vere e proprie opere d’arte sono oggi conservate nel Rijksmuseum ad Amsterdam e nel Centraal Museum ad Utrecht.

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In Inghilterra, invece, si sviluppò un tipo di miniatura che riproduceva anche la facciata della casa, lo stile che si impose sugli altri fu quello vittoriano, nato sotto il governo della Regina Vittoria. Ancora oggi tra le più ricercate dai collezionisti di tutto il mondo.

Il primo esempio conosciuto di queste case inglesi, chiamate all’epoca Baby House, è quella di Nostell Priory, la cui destinataria era la figlioccia della regina Anna e figlia del vescovo di York. Nella casetta sono addirittura riprodotti i servitori.

Un esempio particolare, per capire il successo di queste riproduzioni, è costituito da “Mon Plaisir”, un intero villaggio in miniatura, in stile barocco. Commissionato e curato dalla principessa Dorotea Schwarzburg-Arnstadt e costruito ad Arnstadt, in Germania, tra il 1666 ed il 1751. Si racconta che la nobildonna avesse dilapidato le fortune del marito per creare questo paese minuscolo, abitato da 400 bambole e composto da 82 stanze con mobili annessi. La principessa forse doveva pagare l’Imu!

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Con la rivoluzione industriale questi scrigni domestici diventano più popolari e cominciano ad essere usati anche per preparare le bambine a diventare perfette padrone di casa. La scala di riproduzione solitamente era (ed è) 1:12, intesa come 1 piede e 12 pollici, unità di misura utilizzate nei paesi anglosassoni.

La più importante casa produttrice al mondo si trova attualmente in Inghilterra, nel Derbyshire, è la “The Dolls House Emporium”, con 30 specie di case ed una quantità eccezionale di accessori ed elementi d’arredo. In Italia possiamo citare Baraonda a Venezia, CoseDiUnAltroMondo a Milano, Magic Dolls House a Forlì.

Il brand Sanrio ha invece deciso di realizzare una casa per le fans di Hello Kitty, proponendola in fascicoli distribuiti da RBA editore.

L’evoluzione moderna della Dolls House è la Casa di Barbie: quale bambina, cresciuta tra gli anni Sessanta e Novanta (ed anche Duemila) non ne ha desiderata e/o avuta una?

La casa produttrice Mattel ha proposto le versioni più svariate: la casa di città, quella di campagna, la casa dei sogni e ora anche la casa a Malibu. Le case di Barbie sono molto diverse dalle Dolls House.

Le prime abitazioni della bambola più cool che si conosca, erano costituite da cartonato con riproduzione fotografica di una stanza della casa, accompagnata da pochi elementi d’arredo mentre molti mobili erano venduti separatamente. Addirittura le primissime riproduzioni, risalenti agli sessanta, erano costituite da cartoncini pieghevoli che potevano facilmente assumere la forma di colorate borsette.

Con il passare del tempo le abitazioni sono diventate sempre più particolari e complesse, sviluppate su più piani, pronte a tutte le occasioni ed esigenze. La casa di Barbie che più somiglia alle antiche Case delle Bambole è la Dream House, un cottage su due livelli prodotto sul finire degli anni settanta.

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La Dream House, costruzione di punta della Mattel, ha poi subito cambiamenti ed adeguamenti nel tempo, rispondendo così alle richieste delle bambine (e non solo) dell’intero globo.

Ibsen scriveva che “la nostra casa non è mai stata altro che una stanza da gioco”, io aggiungo che  la nostra stanza da gioco può diventare la nostra casa, il posto in cui stipare ed allenare i nostri sogni.

 

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