Bello o pratico? Il giusto compromesso è possibile solo dopo accurate valutazioni, ma quando si tratta della pavimentazione del proprio appartamento, la scelta il più delle volte è per la vita!
Un sodalizio sicuramente difficile da affrontare se non si conoscono pregi e difetti dei vari prodotti.
Personalmente adoro pavimentare gli appartamenti utilizzando un unico materiale, questo per una scelta estetica: preferisco in generale limitare gli spazi con colori delle pareti piuttosto che cambiare la tipologia di pavimento.
A livello pratico è bene dire che non tutti i pavimenti si adattano agli ambienti umidi.
Ogni cambio di materiale nella pavimentazione implica l’uso di giunti ovvero profili metallici che assorbono le possibili differenze di dilatazione e facilitano anche la divisione dei differenti piani di posa: ogni materiale ha infatti un suo spessore. Attenzione però: il profilo metallico deve corrispondere all’anta della porta che divide i due ambienti altrimenti vi potreste ritrovare, per esempio, parte della ceramica del bagno nel corridoio anche quando la porta è chiusa.
Tra i materiali per pavimenti, il parquet è da sempre il prodotto più ricercato anche se richiede compromessi sia di origine pratica, sia estetica. Nella posa in opera è d’obbligo la manodopera specializzata: il piano di posa deve essere il più regolare possibile quindi il più delle volte si sceglie di posarlo su malta autolivellante o, per velocità di esecuzione, su un pavimento già piastrellato in ceramica.
Se si sceglie il parquet anche in bagno o in cucina è bene applicare, a pavimento finito, uno strato di protezione che lo renda idrorepellente, ma allo stesso tempo la riuscita dell’operazione non assicura del tutto il materiale dall’infiltrazione dell’acqua, in particolare in prossimità del battiscopa e negli angoli.
Inutile dire che dove ci sono problemi di risalita d’acqua, una pavimentazione in parquet è più soggetta a macerazione o annerimenti, anche se è flottante e quindi non a diretto contatto con il piano di posa. Per quanto riguarda l’aspetto, il parquet cambia colore nel tempo e si solca facilmente. Le operazioni di lucidatura per ripristinare il prodotto all’originario splendore, ovviamente, non sono effettuabili in un appartamento già arredato.
Il pavimento in laminato, per la sua resistenza ai graffi, era fino a poco tempo fa il più temuto concorrente del parquet per chi non rinunciava ad avere il colore dell’essenza lignea in casa, ma tuttora il prodotto pecca di qualità estetica, a ciò si aggiunge un ciclo di vita della pavimentazione di circa 10 anni dopo il quale deve essere effettuata la sostituzione.

I pavimenti in pietra naturale hanno indubbiamente un valore estetico elevato, ma anche questi prodotti richiedono accuratezza nella manutenzione.
Necessitano di operazioni di lucidatura e/o levigatura e oltretutto i materiali naturali sono spesso molto porosi e quindi si possono facilmente macchiare irrimediabilmente. Le sfumature di materiali come quelle dei marmi sono apprezzabili principalmente su grandi formati ed è spesso indispensabile curarne la posa in opera per valorizzare le venature.
Sia il per il parquet sia per le pietre naturali, successivi interventi sulla pavimentazione che comportino la sostituzione di porzioni di pavimento non assicurano un perfetto risarcimento della parte per l’inevitabile differenza di colore tra il prodotto esistente e quello aggiunto.
Il gres porcellanato è il materiale che oggi, a mio avviso, offre al mercato la maggiore quantità di finiture, a perfetta imitazione di materiali nobili come marmi, alabastri e legno, senza peraltro allontanarsi dalla bellezza dei materiali originari. Il costo è sicuramente più competitivo, ma ovviamente oscilla in funzione della qualità e dei differenti formati.
La chiamano “ceramica tecnica”, ma si tratta di una vera e propria conquista del digitale che conferisce bellezza al materiale ceramico senza rinunciare a robustezza e praticità.
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